Lorenzo Ghetti, pisano classe 1989, ha studiato Fumetto e Illustrazione all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove attualmente insegna. Stabilitosi in maniera permanente nella città, nel 2010 fa parte del gruppo fondatore di Delebile, collettivo che autoproduce opere e antologie di racconti brevi a fumetti di giovani autori italiani e stranieri. Nel 2011 inizia a lavorare per Hamelin Associazione Culturale e BilBOlBul Festival Internazionale di Fumetto. Nel 2014 insieme a Carlo Trimarchi (sviluppatore) e Mauro Nanfitò (traduttore e revisore) crea il progetto To Be Continued, una serie a fumetti online che cerca di esplorare le potenzialità del web per raccontare per immagini. Il webcomic vince nel 2015 il Premio Micheluzzi del Napoli Comicon e il Premio Boscarato del Treviso Comic Book Festival per il miglior Webcomic. Da questa serie si origina lo spin-off Millennials, realizzato con Claudia Nuke Razzoli e Caterina Cappelli, vincitore del Premio Piola come Miglior Autoproduzione al Treviso Comic Book Festival 2019. Insieme a Trimarchi fa parte del gruppo di lavoro dietro al progetto di webcomic scientifici ERCComics.
Ha collaborato con Smemoranda, Dayjob Studio, Attaccapanni Press e Apple. Ha pubblicato per Coconino Press i libri a fumetti Dove non sei tu (2018, Premio Giovani Lettori al Romics 2019), Non dimenticarti di me (2019) per il progetto del MiC “Fumetti nei Musei” e In alto abbastanza (2021). Per Saldapress ha pubblicato Fabula (2021) disegnato da Francesco Guarnaccia.
È ideatore e curatore del progetto “APRI”, l’abbonamento di racconti epistolari per corrispondenza e scrive la sceneggiatura di ISA, il webcomic dedicato a Isabella D’Este disegnato da Rita Petruccioli, prodotto da Palazzo Ducale di Mantova con Rulez.
Lo trovate qui:
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FB > https://www.facebook.com/lorenzo.ghetti.50
Parlaci un po’ di te, da dove vieni e qual è la tua storia?
Sono nato e cresciuto a Pisa, mi sono trasferito a Bologna per frequentare il corso di fumetto e illustrazione all’Accademia di Belle Arti, dove ho seguito anche il biennio Linguaggi del fumetto e ora insegno. Durante gli anni all’Accademia sicuramente sono stati fondamentali i progetti di autoproduzione (facevo parte del gruppo Delebile) e un webcomic che scrissi e disegnai per 3 anni: TO BE continued (fu il mio progetto di tesi magistrale). Ma vedo ora che su questo ci sono delle domande in seguito quindi mi fermo!
Come ti sei avvicinato al fumetto? Che percorso formativo hai fatto?
I miei primi passi nel fumetto sono stati leggere PKNA quando ero bambino e seguire un piccolo corso di fumetto a Pisa proprio nel periodo in cui usciva “la serie oro” di Repubblica, i volumi neri in edicola con vari classici. L’insegnante del corso ogni settimana ci spiegava il volume che sarebbe uscito col giornale e così prendendoli ho scoperto molti titoli fondamentali. Ovviamente poi il tutto condito dai manga del momento (naruto, full metal alchemist…). Non ho fatto il liceo artistico, quindi la mia prima vera formazione è stata all’Accademia.
Quali sono i tuoi maestri/e?
Se si intendono i grandi autori e autrici che mi ispiravano all’inizio sicuramente la tripletta Gaiman, Miller, Moore. Se invece si intendono persone fisiche che mi hanno aiutato nel mio percorso direi Luana Vergari, Alessandro Tota, Emilio Varrà, Luca Vanzella.
Hai una diversa modalità di lavoro a secondo dei progetti che realizzi? Sei disciplinato o lavori d’impulso?
No cerco di essere metodico e organizzare bene il lavoro. Ero uno di quelli che nelle vacanze estive iniziava i compiti la settimana dopo la fine della scuola, proprio per non ridurmi all’ultimo.
Nel 2014 insieme a Carlo Trimarchi e Mauro Nanfitò hai sviluppato il progetto To Be Continued, una serie a fumetti online che cerca di esplorare le potenzialità del web per raccontare per immagini. Nel 2019 poi, con Claudia Nuke Razzoli e Caterina Cappelli è nato lo spin-off Millennials. Come ti sei avvicinato a questa ricerca e in che direzione sta andando adesso?
In realtà la sperimentazione narrativa non è stata il primo passo di TO BE continued. Ho iniziato a fare fumetti online perché avevo voglia di fare e mi serviva un posto dove metterli. Deciso poi che il posto poteva essere il web, mi sono detto che il supporto andava sfruttato il più possibile. Sicuramente non faccio più niente di così sperimentale, ma cerco sempre di non dare per scontata la forma delle cose, di non mettere il pilota automatico ma piuttosto mettere in discussione sempre tutto. Poi magari la cosa migliore è fare la cosa più canonica, ma meglio prima farsi venire il dubbio.
Fai parte del progetto ErcComics, un’ambiziosa iniziativa focalizzata sul comunicare la ricerca scientifica attraverso strumenti innovativi come i webcomics. Come si è incrociato questo progetto con il tuo percorso?
Uno dei gestori del progetto, Massimo Colella, propose a me e Carlo di lavorare ai fumetti di ErcComics perché voleva che avessero una forma nativa digitale. In pratica ci ha inserito nel progetto per fare TO BE continued ma con i fumetti degli altri.
Qual è stata la tua ultima pubblicazione?
Non so se conta, ma sta per uscire a Lucca l’edizione cartacea di ISA, il webcomic scritto da me e disegnato da Rita Petruccioli, prodotto da Palazzo Ducale di Mantova con Rulez.
Cosa consigli a chi vuole diventare fumettista?
Tendo sempre a riciclare un consiglio di Sam Alden: “Prendi tutto quello che fai e mettilo gratis su internet”. La sensazione di essere pronte/i non arriverà mai, bisogna buttarsi e alla peggio schiantarsi per terra.
Pensi che i dispositivi digitali possano assorbire il fumetto mettendo da parte la carta?
No, non credo. Il linguaggio fumetto è molto legato al supporto, la tavola è difficile da trasporre su schermi che potrebbero avere formati molto diversi tra loro. Inoltre il fumetto, più dei libri, è una lettura emotiva e fisiologica per chi ne è appassionato, cosa che tende a tramandarsi di generazione in generazione (da piccoli leggiamo quello che c’è in casa, appassionandoci all’idea del fumetto cartaceo). Ovviamente il digitale va alla grande, ma mi sembrano due mondi che vanno in parallelo. È comunque più probabile che un fumetto online abbia successo e ne venga fatta l’edizione cartacea, vendendo molte copie, che il contrario.
Com’è il mercato dell’editoria nel tuo mondo ideale?
Non so se può esistere un mercato dell’editoria ideale. Il contrasto cultura-commercio che è alla base del concetto di editoria rende difficile qualunque ideologia. Se vogliamo che sia principalmente cultura allora lo stato deve versarci dentro dei gran soldi, e sostenere le case editrici molto di più che agevolarle fiscalmente. Se vogliamo che sia più commercio e industria, per essere sostenibile bisognerebbe investire in nuovi lettori e lettrici. Si legge troppo poco in Italia perché l’editoria si possa sostenere da sola.