Toscano, Paolo Parisi nasce a Montepulciano nel 1980. Le prime cose che legge sono i volumi di Frigidaire e degli Editori del Grifo (Andrea Pazienza, Tanino Liberatore, Moebius, Milo Manara, Guido Crepax, Hugo Pratt, Jacques Tardi). Si trasferisce a Bologna nel 1999, si laurea al DAMS Arti Visive e inizia a frequentare i movimenti underground dell’epoca. Autoproduce le sue prime storie brevi nel 2005, che fa girare occasionalmente durante i festival di fumetto. Inizia a collaborare con Edizioni BeccoGiallo e con il Centro Fumetto Andrea Pazienza a Cremona. Appassionato di musica jazz e punk, letteratura, arte contemporanea e grafica, colleziona vinili, fumetti e riviste d’epoca. Tutti questi interessi andranno a confluire nei suoi futuri e più maturi libri a fumetti. Nel 2009 esce la graphic novel Coltrane, per Black Velvet Edizioni, basata sulla vita del jazzista John Coltrane (in seguito riproposto in nuova edizione nel 2017 per Coconino. Subito dopo, si dedica per anni a lavori principalmente di grafica per l’editoria fino al 2017, quando riprende a produrre fumetti collaborando con Coconino. Esce quindi Blues for Lady Day, ispirato alla vita di Billie Holiday. Nel 2018 lavora con Centauria e realizza la biografia del pittore statunitense Jean Michel Basquiat, edita anche in Francia, UK-USA e Corea del Sud. Nel 2019 realizza Stelle, volume parte del progetto FUMETTI NEI MUSEI realizzato dal Mibact e Coconino. Nel 2021, sempre con Centauria, pubblica la graphic biography che racconta della vita di Keith Haring.
Collabora con varie realtà italiane e internazionali: Coconino Press (Roma), Centauria Libri (Milano), Laurence King Publishing (London UK), Soul Jazz Records (London UK), Éditions du Chêne (Paris FR), Editions Sarbacane (Paris FR), Jonathan Cape Publishing (London UK), One Peace Books (New York US), Forlaget Fahrenheit (Copenhagen DK), Ele-King Books (Tokyo, JP), Mimesis Art Book (Seoul KR), Banshee Films (Paris FR), Editora Veneta (São Paulo BR), Editorial La Pinta (Buenos Aires ARG).
Vive e lavora a Roma.
Il suo sito è http://www.paoloparisi.org/
Parlaci un po’ di te, da dove vieni e qual è la tua storia?
Sono nato e cresciuto in Toscana. Subito dopo i 18 anni mi sono trasferito a Bologna per frequentare gli studi universitari e per entrare a contatto con il fermento culturale dell’epoca. Ho iniziato così a collaborare con alcuni editori (ricordo con piacere la seminale Black Velvet Editrice) e con realtà che lavorano nella produzione editoriale, come appunto il vostro Studio RAM (con il quale ho lavorato per anni). Sono rimasto a Bologna per più di 10 anni, viaggiando nel frattempo parecchio in giro per l’Europa e Sudamerica. Poi ho deciso di spostarmi a Roma, realtà molto ricca e stimolante ma molto dispersiva rispetto a quella bolognese.
Come ti sei avvicinato al fumetto? Che percorso formativo hai fatto?
Ho iniziato a fare fumetto durante gli anni universitari. All’epoca frequentavo il corso di Arti Visive al DAMS, dove tra una lezione e l’altra ho avuto l’occasione di incontrare (futuri importanti autori come) Tuono Pettinato, Ratigher, Francesco Cattani, Marino Neri, il gruppo Canicola e altri.
Prima di allora l’unico autore di fumetto che sentivo veramente vicino era Andrea Pazienza e tutto il gruppo Frigidaire. Poi mi sono interessato al fumetto underground anni ‘60 americano, per esempio Robert Crumb. L’unica formazione importante è stata quella dell’autoproduzione, una via molto concreta e libera di fare davvero quello che più ti piace al di fuori degli schemi standard.
Quali sono i tuoi maestri/e?
Oltre Pazienza, direi Jacques Tardi, Munoz e Sampayo, Mazzucchelli, Crepax. In realtà non sono molti gli autori di fumetto che amo. Prendo spunto molto anche ad altri linguaggi: pittura, letteratura, cinema e soprattutto moltissima musica.
Hai un forte background come grafico per l’editoria. Quanto questo mestiere è entrato nel tuo lavoro di fumettista?
C’è sicuramente una forte matrice, soprattutto in alcune idee di fondo che hanno caratterizzato i miei libri. Per esempio, COLTRANE (Coconino Press 2017) ha un diretto richiamo alla grafica di copertina del disco “Blue Train” di John Coltrane. Il disco uscì nel 1958 per l’etichetta Blue Note, che fece dell’identità grafica una propria carta vincente.
Hai realizzato le biografie di Basquiat, Haring, Coltrane e Billie Holiday. Hai un metodo per strutturare la narrazione o ti lasci ispirare dal protagonista della storia?
Non ho un metodo preciso. Dipende dal progetto e soprattutto, non trattandosi di un’occupazione principale, anche da quanto tempo ho a disposizione. Di solito leggo molto e faccio ricerca sull’argomento, prendendo primi appunti sparsi (scene, stralci di dialoghi, eventi o luoghi chiave ecc). C’è una prima fase di documentazione che precede e affianca il disegno e l’opera vera e propria. Capita a volte che le due cose viaggino insieme o che alcune scene vengano modificate successivamente. Altre volte parto dall’idea di una copertina e una struttura di massima che il libro dovrà seguire. In sintesi non ho un metodo preciso, c’è sempre un work in progress in crescendo.
Qual è stata la tua ultima pubblicazione?
L’ultimo libro uscito è KEITH HARING (Centauria, 2021), adesso sono al lavoro su un nuovo progetto che dovrebbe vedere la luce il prossimo anno. Parlare di Haring oggi significa parlare di un rapporto tra arte e attivismo che è ancora valido. Lui rappresentava il connubio perfetto tra gusto pop e critica politica pungente, anarchico ma consapevole del mondo a lui contemporaneo e delle sue strutture / dinamiche.
Cosa consigli a chi vuole diventare fumettista?
Di cercare di capire davvero che cosa vuoi dire. Fare fumetti è un lavoro molto duro, 10 anni fa ho intrapreso questa strada, fortunatamente faccio anche altro e questo mi da la possibilità di diversificare.
Pensi che i dispositivi digitali possano assorbire il fumetto mettendo da parte la carta?
No, sarebbe già successo, invece mi sembra che l’editoria digitale e tutto ciò che gira intorno si sia rivelato un buco nell’acqua. Forse si arriverà a produrre meno, ma il mercato cartaceo rimarrà predominante.
Com’è il mercato dell’editoria nel tuo mondo ideale?
Pensare a un mercato dell’editoria ideale sarebbe troppo frustrante. Preferisco rimanere ancorato al mercato reale, con tutte le sue disarmanti contraddizioni, cercando di trarne la maggiore soddisfazione possibile.