Per anni il fumetto è stato osteggiato come strumento per l’apprendimento perché considerato non all’altezza di altri strumenti ben rodati dal sistema scolastico. La sua stigmatizzazione ha impedito per molto tempo la valorizzazione delle sue potenzialità didattiche utili per l’insegnamento della lettura e non solo. Tra i motivi del suo diniego troviamo l’eccessiva variazione di generi, a volte violenti o frivoli, livelli di lettura limitati a causa del testo narrativo breve se non assente e la presenza di un sistema narrativo lineare/sequenziale che prevede un ulteriore passaggio per la comprensione del testo.
A ben vedere più che punti di debolezza, sembrano punti di forza.
Oggi siamo totalmente immersi nell’informazione con una sovrastimolazione costante che attacca di continuo la concentrazione e l’attenzione rendendo molto più complesso l’approccio alla lettura e all’apprendimento in genere. Il fumetto si presta perfettamente come linguaggio ibrido in questo contesto che non solo riesce a coinvolgerci emotivamente nella narrazione ma diventa un ponte per la trasmissione della conoscenza.
Fortunatamente oggi i dati ci dicono che c’è stato un salto di qualità notevole nell’approccio alla lettura di fumetti:
Spiega Emanuele Di Giorgi della commissione Comics and graphic novels di AIE: “La ricerca che presentiamo oggi a Più libri più liberi, Fiera nazionale della piccola e media editoria di Roma organizzata da AIE – mostra come la lettura di fumetti sia diffusa in tutte le fasce d’età, soprattutto quelle giovanili, e come i lettori di fumetti siano anche forti lettori di altri generi, smentendo così il luogo comune che vede il fumetto come un mondo separato dal resto del panorama editoriale, la cultura considerata ‘alta’”.
“La ricerca commissionata da AIE è un ulteriore, fondamentale strumento per comprendere l’ecosistema fumetto, partendo da chi ne è al centro: il lettore – spiega il generale director di Lucca Crea Emanuele Vietina. La ricerca presentata a Più libri più liberi conferma i dati dell’osservatorio di Lucca Comics & Games: l’appassionato di romanzi grafici è un consumatore culturale attivo e consapevole, distribuito su tutte le fasce d’età. Conoscerlo significa comprendere i motivi per cui il fumetto, oggi, è uno dei principali linguaggi della contemporaneità.
I lettori di fumetti (che hanno più di 14 anni) sono 8,7 milioni, cioè il 18% della popolazione e il 35% del numero complessivo di lettori. Confrontando questo numero rispetto a ricerche svolte in passato da altri istituti che si occupano di ricerca (quella del 1996 di ISTAT sui maggiori di sei anni e quella del 2019 di IPSOS sui maggiori di 15) osserviamo una crescita notevole: nel 1996 erano 3,96 milioni, 7,28 nel 2019. Sempre IPSOS, nel 2021 stima 8,27 milioni di lettori (dai 15 anni in su).
Il fumetto diventa uno strumento di avvicinamento tra docente e discente, uscendo dai soliti sistemi di apprendimento che prevedono un approccio statico e poco creativo. Utilizzando questo medium, le possibilità di sviluppare competenze trasversali sono elevate. Infatti per costruire un fumetto è necessario concentrarsi su passaggi differenti:
la realizzazione di una narrazione, di una sceneggiatura, della scelta dei soggetti e la loro caratterizzazione, la redazione di dialoghi, lo sviluppo dei disegni e dell’intero impaginato.
Utilizzando il fumetto come ambiente di apprendimento, lo sviluppo del progetto prevede il lavoro in team e, quindi, un confronto relazionale che permetta di raggiungere un obiettivo comune. Sia che svolto in solitaria o in gruppo, la realizzazione di una storia a fumetti mette nella condizione di entrare in dialogo con la propria interiorità per dar vita ai personaggi e spremersi le meningi per figurarsi gli eventi narrativi e le logiche che li muovono. Emotivamente può essere un ottimo strumento per l’alterità, per empatizzare con l’altro o avere uno sguardo attento sull’esterno e ricreare dinamiche interne dando origine a una distanza da sé che definisce e rafforza lo sviluppo identitario.
Lo studente ha un rapporto attivo con la creazione dovendo strutturare una narrazione ibrida su più livelli – quello del testo e dell’immagine – dovendosi muovere tra diverse discipline che devono integrarsi in un unico prodotto. Lo sviluppo di un fumetto, quindi ha valenza didattica da più punti di vista: permette l’esercizio alla scrittura, all’astrazione, all’immedesimazione e all’inventiva, presuppone la definizione di un contesto storico e geografico, crea i presupposti per il lavoro in gruppo e attinge da differenti linguaggi che non sono solo quelli del fumetto ma anche quelli dell’arte figurativa e del cinema. I benefici dell’utilizzo del fumetto come strumento formativo li vediamo nella stimolazione del coinvolgimento e nell’interesse, oltre che nell’acquisizione di nuove conoscenze culturali, di incrementare il proprio vocabolario non solo lessicale ma anche visivo e quindi comprendere diversi tipi di testo. Inoltre la così variegata scelta tra i generi è un’ulteriore possibilità di esplorazione narrativa. La stessa costruzione di un elaborato a fumetti permette anche la decostruzione e quindi un ulteriore passaggio nell’interpretazione della storia e del linguaggio e sviluppare capacità di interpretazione, consapevolezza e pensiero critico.
L’utilizzo del fumetto come strumento didattico non è da considerarsi uno strumento semplice, anzi. Prevede una moltitudine di complessità che hanno bisogno di indagine e comprensione in primis per chi è a dirigere. È importante quindi un attento studio del linguaggio, che non va banalizzato ma valorizzato. Il fumetto può essere dunque un valido alleato nella formazione.