Dopo tre anni di stop abbiamo potuto assaporare per qualche mese il gusto di una rinnovata libertà, una libertà che non ci era chiara prima, quella di poterci radunare insieme.
In poche settimane tra fine marzo e inizi di aprile ci sono state la Fiera del libro per ragazzi a Bologna e la Fiera del libro di Londra e noi non ce le siamo perse.
I giorni della fiera per noi che lavoriamo nel settore dell’editoria non sono giorni tranquilli e rilassanti ma pieni di frenesia, idee vulcaniche e incontri. Ogni giorno compiamo letteralmente una maratona per le corsie lungo le quali si avvicendano stand, colori, rumori, facce e lingue da tutto il mondo. In generale, abbiamo calcolato che ogni giorno camminiamo per almeno 32 km, di più sì, mai di meno. È anche per questo motivo che le fiere sono fisicamente impegnative, ma poi quando ritorni a casa con i piedi doloranti ti senti felice e allora non pensi più che hai corso una maratona e che non ti sei seduto neppure per 15 minuti di fila.
Quest’anno a Bologna e a Londra era importante esserci, dopo anni di pandemia, crisi e ora la guerra. Ci siamo sentiti un po’ degli eroi e anche le persone che abbiamo incontrato si sentivano un po’ così, dei sopravvissuti che finalmente erano pronti a reincontrarsi.
Ovviamente la ripartenza non è stata subito al 100% ma il nucleo, quello fatto dai libri e dai professionisti del settore, era presente e si è ritrovato insieme a discutere sul presente e futuro dell’editoria.
Sia a Bologna che a Londra si è parlato di crisi della carta e dei trasporti, scoprendo nervi tesi e incertezze che non possono essere risolte a livello micro. Interessante su questo versante le novità tecnologiche che possono rappresentare una soluzione al problema della carta e all’aumento dei costi legato alla crisi energetica. Nuove piattaforme in rete, podcast, audiolibri e integrazione dei media su più livelli sembrano essere le prossime attività che pervaderanno sempre più il mercato editoriale per offrire ai lettori un’esperienza simile a quella degli ipertesti in rete. Questo modo di approcciarsi ai contenuti sembra essere particolarmente adatto per bambini e giovani lettori perché stimola le loro capacità di apprendimento unendo e implementando diverse capacità, senza comunque risparmiare sul divertimento. L’idea proposta da molti editori si avvicina più alla volontà di fornire un’esperienza totale che coinvolga mente e sensi, superando la concezione classica della lettura fatta su pagine statiche.
Per quanto riguarda i trend di lettura, in Europa è ormai consolidato il boom dei manga, delle auto o biografie di personaggi famosi e delle biografie illustrate sui grandi artisti o personaggi della Storia. Ma a fronte di questi dati generali che indicano dei trend di lettura che fanno ben sperare il comparto editoriale, in Italia si registra invece nei primi tre mesi del 2022 una flessione dei numeri di copie vendute (-2,3%) e -3,7% di flessione al valore rispetto ai primi mesi del 2021, anno d’oro per le vendite editoriali. Questi dati, rilevati come per i trend europei e mondiali da Nielsen BookScan, sono comunque da prendere con le pinze perché rappresentano un incremento rispetto ai primi tre mesi del 2019, con un volume di vendita in crescita del 18,9% a valore e del 19,5% a numero di copie.
Tra spettacoli musicali offerti dagli Emirati Arabi, performance calligrafiche, tea party con personaggi vestiti secondo la moda Vittoriana e una fiera dentro la fiera fatta da sfilate di persone e vestiti di tutti i tipi, si è notata la mancanza di operatori russi e la riduzione numerica della presenza cinese, compensata però da quella giapponese e da altre persone provenienti da 56 paesi diversi (per quanto riguarda Londra). Gli occhi di tutti però sono stati puntati sullo stand ucraino, dove sono stati esposti alcuni volumi tolti fortunosamente alla guerra. Presente anche un catalogo, seppur virtuale, di diritti di libri ucraini che possono ancora essere commercializzati in modo da recuperare, anche attraverso il settore editoriale, dei fondi da impiegare per la resistenza ucraina.
Alla fine dopo tante parole e tanti visi, aerei, ristoranti, appuntamenti e black cab, è ancora presto per fare un bilancio cercando di capire in che direzione andrà veramente l’editoria e in generale il mondo. L’impressione è che le persone si vogliano unire e vivere una vita normale a dispetto del Covid, delle mascherine (che a Londra non si usano più anche dove invece si dovrebbero indossare per precauzione…), dei controlli antiterrorismo fatti con i cani e di una guerra vicina, troppo vicina per far finta di non sentire le bombe.