Negli ultimi anni il mondo del giocattolo ha dovuto affrontare nuove sfide legate a temi diversi: digitalizzazione, materiali non tossici, sostenibilità, un’attenzione sempre maggiore da parte dei genitori nei confronti del gioco come strumento educativo.

Quello della sostenibilità è un tema globale che per il mercato del giocattolo ha una importanza non indifferente. È uno dei settori principali in cui troviamo produzione di plastica monouso e un utilizzo eccessivo di imballaggi. Molte sono le aziende che si stanno convertendo alla green economy, non solo per un una rinnovata coscienza ambientale. È noto ormai che le vendite sono fortemente condizionate da un’attenzione maggiore del consumatore alle pratiche di sostenibilità ambientale nelle dinamiche aziendali. Per una maggiore fidelizzazione all’acquisto, le aziende stanno attuando nuove politiche aziendali rivolte all’ambiente e alla trasparenza rispetto a questo tema. C’è da sottolineare che non sempre le aziende attuano buone pratiche rivolte ad avere un basso impatto ambientale solo per ragioni etiche ma per avere numeri da condividere e apparire – a livello strategico e di marketing – in linea con le volontà dei clienti. Non sempre quindi il cambiamento è reale, a volte è solo parte di una campagna per aumentare l’authority aziendale e il personal branding. 

Quale che sia la motivazione per l’interesse ambientale, vale comunque la pena di segnalare alcune buone pratiche. Disney ha per esempio recentemente prodotto la serie di bambole Disney’s Core Classic Princess in una nuova confezione priva di plastica. Le confezioni, ridisegnate e ready to use, sono realizzate con carta di provenienza sostenibile riciclabile al 100%. Spin Master Corp., l’azienda che si occupa di commercializzare giochi molto richiesti come PAW Patrol, Hatchimals e il Cubo di Rubik, collabora invece con il leader internazionale del riciclaggio TerraCycle per rendere i suoi giocattoli riciclabili negli Stati Uniti. Attraverso il programma di riciclaggio Spin Master, i consumatori possono inviare giocattoli e giochi Spin Master a TerraCycle per riciclarli gratuitamente. La partecipazione è facile: basta iscriversi alla pagina del programma e spedire i tanto amati giocattoli, utilizzando l’etichetta di spedizione prepagata fornita. Una volta raccolti, i giocattoli vengono puliti e fusi in plastica dura che può essere rimodellata per creare nuovi prodotti riciclati, come panchine e tavoli da picnic. Inoltre, alcune aziende stanno riconvertendo la loro produzione utilizzando materiali alternativi ecosostenibili come la bioplastica, prodotta a partire da materie prime di origine vegetale rinnovabili quali mais, cereali, patate, attraverso un processo di produzione che non rilascia CO2 nell’atmosfera e ottenendo, così, prodotti riciclabili al 100%; il cotone organico coltivato con metodi a basso impatto sull’ambiente, utilizzando sistemi di produzione biologica per fertilizzare il terreno; il legno, proveniente da foreste in cui vengono rispettati rigorosi standard ambientali. Si pensi ai numerosi giochi tradizionali in legno che da un po’ di anni hanno riacquistato visibilità. Questo materiale è molto amato per diversi motivi: è durevole, sicuro e stimola l’immaginazione. I dati NPD mostrano una crescita delle vendite di giocattoli in legno per bambini in età prescolare (la maggior parte del legno viene riciclato o utilizzato da foreste gestite responsabilmente). Le vendite di tali giocattoli sono aumentate del 34% a livello globale solo negli ultimi 3 anni, a dimostrazione della preoccupazione dei consumatori per l’ambiente. Oltre all’introduzione di nuovi materiali nella produzione industriale, molti dei grandi marchi internazionali di giocattoli stanno adottando nuovi metodi nella progettazione del packaging, rendendo l’imballaggio parte del gioco così da poter essere utilizzato come sfondo, palcoscenico, casetta o set per i giocattoli.

Questi sono solo alcuni esempi di buone pratiche in tal senso. Al di là del maggiore impegno nell’utilizzo di materiali diversi dalla plastica e con un impatto ambientale minore, diventa importante anche il tema dei trasporti. Circa il 75% dei giocattoli del mondo sono prodotti in Cina. (https://research.hktdc.com/en/article/MzA3ODUwOTUx). La maggior parte dei giocattoli venduti nel mondo occidentale ha quindi percorso grandi distanze per arrivare nelle nostre case, e questo di per sé costituisce già un grande impatto ambientale, influenzando notevolmente il rilascio di emissioni di CO2 a livello globale. Ma non solo. Un maggior profitto sulle vendite – la maggior parte della produzione di giocattoli avviene in Cina dove i costi di produzione sono molto bassi anche per il minor costo delle materie prime e dei salari – incide sulla qualità dei prodotti e sui rischi ad essi correlati.  Si stima che molti dei giocattoli provenienti da area extraeuropea (in particolare dalla Cina) non siano sicuri anche se marcati CE. Come previsto da una direttiva comunitaria, il marchio CE è obbligatorio per tutti i prodotti commercializzati all’interno dell’Unione Europea. È il fabbricante del prodotto a dover richiedere il rilascio del marchio dietro presentazione di dichiarazione di conformità o di prestazione che attesti appunto che il prodotto è conforme ai requisiti di sicurezza e salute previsti dalle direttive o regolamenti comunitari pertinenti. Secondo il Rapporto Rapex (factsheet marzo 2021), nell’anno 2020 sono state registrate 2.253 allerte lanciate dall’ente UE preposto ai controlli, di queste il 27% riguarda i giocattoli. In Italia invece, nel 2020 i giocattoli hanno rappresentato il 22% dei prodotti non conformi ritirati dal mercato e registrati nell’archivio dei prodotti pericolosi (http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=3107&area=sicurezzaGiocattoli&menu=vuoto). 

I principali rischi cui sono esposti i bambini che giocano con giocattoli non conformi sono: rischio di soffocamento/strangolamento, spesso associato a presenza di piccole parti; rischio chimico per presenza di sostanze chimiche vietate (ftalati, piombo, cromo VI e altri metalli pesanti); rischio microbiologico dovuto a ingestione, inalazione o contatto con parti contaminate. Riguardo al discorso ambientale, sono il rischio chimico e microbiologico a destare più preoccupazione. Tutto quello che ha un odore percepibile, è segnale della presenza di una sostanza chimica; si tratta di sostanze volatili, indice di cattive pratiche industriali o di successiva contaminazione. Sempre dall’esame dei dati Rapex, risulta che circolano sui mercati europei giocattoli realizzati in plastica morbida (bambole, maschere di carnevale, giochi da bagno, braccioli e ciambelle etc.) che contengono ftalati. Queste sono sostanze tossiche per la riproduzione, soggette a restrizione europea: il loro utilizzo non è consentito in concentrazioni superiori allo 0,1% né nei giocattoli, né negli articoli destinati all’infanzia. Sono stati segnalati anche casi in cui nei giocattoli erano presenti sostanze tossiche come piombo e cromo (nelle vernici di rivestimento), benzene (nei feltri delle punte dei pennarelli questa sostanza è usata per aumentare la durata e la scorrevolezza), solventi e idrocarburi in alcune gomme (manopole dei manubri di bicicletta). Anche i giocattoli contenenti acqua, come le bolle di sapone, presentano un rischio di tipo microbiologico, generalmente evidenziato nei prodotti provenienti da quei paesi in cui non c’è disponibilità di acqua potabile. Il pericolo è correlato alla possibilità che il liquido contaminato (solitamente da batteri) sia ingerito, inalato, entri in contatto con la pelle o con le mucose. 

A questo punto diventa evidente il ruolo importante giocato anche dai genitori, i quali devono scegliere con estrema cura i giochi tenendo in considerazione tutti questi aspetti. Il gioco così amplia la sua funzione educativa non solo per i più piccoli ma anche per gli adulti di riferimento diventando un simbolo nel processo di consumo consapevole.