Oggi parliamo di una forma di animazione molto particolare e ben conosciuta: il motion comics. Usa elementi del fumetto stampato e altri tipici dell’animazione. Dalle tavole originali vengono selezionate delle vignette, che diventano inquadrature sulle quali innestare effetti sonori e piccoli movimenti animati e di camera. Le caselle di testo, i balloon e le onomatopee vengono di solito rimosse per dare più fluidità all’opera animata. 

I primi motion comics apparvero negli anni ‘60 grazie anche alla diffusione di massa della televisione. Tra le prime opere create con questa tecnica ci sono quelle dell’autore Philip K. Dick (con The Zap Gun) e quelle della Marvel Comics Animation.

Ovviamente agli inizi questo genere di animazione si presentava ancora in maniera grezza, ma dimostrava la nascente attenzione verso le potenzialità artistiche e commerciali rappresentate dal piccolo schermo. Come il fumetto aveva dato impulso alla creazione e vendita di nuovi giocattoli (è vero anche il contrario: spesso l’industria dei giocattoli ha fatto nascere nuovi titoli), così poteva nascere ora un nuovo rapporto tra la carta stampata, l’industria dei giocattoli e l’opera animata.

La Marvel Comics Animation usò la tecnica del motion comics per la serie televisiva The Marvel Super Heroes, la storia e i personaggi erano ripresi dai fumetti originariamente pubblicati e a questi elementi erano poi stati aggiunti voci, musica e una piccola quantità di animazione. Nel corso degli anni seguirono una grande varietà di sperimentazioni, dal lip sync, dove delle bocche vere venivano registrate e sovrimposte sul disegno, alla recente introduzione di Adobe After Effects, che ha migliorato la qualità finale dell’opera attraverso l’introduzione di tecniche come il morphing o lo strumento marionetta. 

In Italia, la prima trasmissione in motion comics è stata SuperGulp! Il sottotitolo del programma era appunto “fumetti in TV”, infatti in questo programma di grande successo degli anni ‘70 venivano mostrate immagini statiche di fumetti riprese e trasmesse in successione come se si stesse leggendo un fumetto, mantenendo le nuvolette con le battute dei personaggi che venivano lette da doppiatori. A questo programma collaborarono anche autori storici come Hugo Pratt e Sergio Bonelli. 

Come al giorno d’oggi, l’animazione in passato era molto costosa. La diffusione del motion comics infatti è dovuta al fatto che si cercava di trovare sempre più escamotage per evitare i lunghi e costosi processi dell’animazione classica. Per accorciare i tempi e tagliare i costi, si arrivò a riprendere con la cinepresa sagome di cartone, che venivano poi spostate manualmente, in post produzione poi si rendeva il movimento più fluido velocizzandolo.  

Ad oggi, il motion comics è una forma d’animazione utilizzata largamente in ogni settore, specialmente online dalla pubblicità e in televisione per video musicali. Ultimamente è stata adottata da autori come Stephen King per promuovere una sua raccolta di racconti ma anche da Warner Bros per i prequel di Io Sono Leggenda. È improbabile che il motion comics sostituisca a breve l’animazione tradizionale, ma viste le sue caratteristiche può rappresentare un modo più conveniente e divertente per promuovere un progetto più grande, anche sul web.